Risultati interessanti sono stati ottenuti nei pazienti con linfoma di Hodgkin (HD) resistente o recidivato utilizzando inibitori di PD-1 (programmed death-1). Il pathway di PD-1 agisce come controllo immunitario in grado di interrompere temporaneamente le risposte immuni a seguito di una stimolazione antigenica cronica. Cellule normali e tumorali possono esprimere i ligandi di PD-1, PD-L1 e PD-L2, che legandosi di recettori PD-1 sulle cellule T attivate ne provocano l’esaurimento. Il signaling di PD-1 rappresenta quindi un potente meccanismo di immuno-evasione tumorale e un potenziale target terapeutico.
Nella forma classica di HD, alterazioni genetiche a livello del cromosoma 9p24.1 provocano un aumento dell’espressione di PD-L1 e PD-L2 e studi preclinici indicano che le cellule di Reed-Stenberg sono in grado di utilizzare il pathway di PD-1 per evadere l’attacco degli effettori immunitari. Su questa base, due anticorpi monoclonali anti-PD-1, nivolumab e pembrolizumab, sono stati sperimentati nei pazienti con HD classico.
In uno studio attualmente in corso e pubblicato recentemente sul New England Journal of Medicine (Ansell SM et al. NEJM, 2015; 372: 311-9) condotto su 23 pazienti con HD recidivato/refrattario pesantemente pretrattato, la somministrazione di nivolumab (3 mg/kg ogni 2 settimane) ha indotto una risposta obiettiva nel 87% dei casi, incluso un 17% di risposte complete (CR) e un 70% di risposte parziali (PR). La sopravvivenza libera da progressione (PFS) a 24 settimane è stata pari all’86%. Il profilo di sicurezza di nivolumab è apparso accettabile, con eventi avversi di grado 3 osservati nel 22% dei pazienti trattati.
I risultati preliminari di uno studio (Moskowitz CH et al. 56° ASH meeting-San Francisco, dicembre 2014; Abs. 290) condotto su pazienti con HD classico recidivato o refrattario e non rispondenti al brentuximab vedotin, trattati con l’anticorpo anti-PD-1 pembrolizumab (10 mg/kg ogni 2 settimane) sono stati presentati al meeting ASH 2014 di San Francisco. Su 15 pazienti valutabili, il tasso complessivo di risposta è stato pari al 53%, con un 20% di CR e un 33% di PR dopo 12 settimane. Il trattamento con pembrolizumab è stato ben tollerato: non sono stati osservati eventi avversi gravi e 1 solo paziente ha mostrato eventi avversi di grado 3.
Il blocco di PD-1 sembra essere associato ad una significativa efficacia terapeutica nei pazienti con HD pesantemente pretrattato, potenzialmente estendibile ad altre forme di linfoma.
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